IL SEGNO DEI TEMPI.

“Il convegno ha aperto percorsi nuovi proprio per le Chiese locali”. Ne è convinto Emilio Pastormerlo, direttore dell’Araldo Lomellino (Vigevano), per il quale “la nuova comunicazione deve certamente fare i conti con Internet e sfruttare al meglio tutte le opportunità di dialogo, confronto, relazionalità che questo vasto campo offre. Si tratta di autentici e nuovi percorsi pastorali: riuscire a parlare e intercettare mondi e soprattutto persone che altrimenti non si potrebbero mai incontrare. La gente ha bisogno anche di questo”. Dunque, aggiunge Carlo Cammoranesi, direttore dell’Azione (Fabriano-Matelica) e di Frontiera (Rieti), “si riparte dalla persona. Dal mezzo (le parabole) di otto anni fa, al soggetto (i testimoni) di oggi”. Perché, spiega Cammoranesi, “per dare un’anima e un cuore al flusso comunicativo della Rete bisogna ripartire dai volti, ovvero da incontri che diano forma reale e non solo virtuale ai rapporti”. Allora anche “il web s’impone come occasione privilegiata per un cammino di evangelizzazione da solcare, in una Chiesa attenta a cogliere il segno dei tempi”. Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), si sofferma sul “nuovo decennio pastorale”, che dopo quello sulla “comunicazione” (“Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”), “interpellerà ancora direttamente il mondo massmediale: il tema dell’educazione, infatti, è un ambito nel quale gli strumenti della comunicazione, e in modo speciale i nuovi media, sono in prima linea. Una strada concreta da percorrere – solo appena avviata, mi pare, in molte diocesi – sarà quella di promuovere con impegno sistematico e concorde la formazione e la diffusione della figura dell’animatore della cultura e della comunicazione”. Anche Adriano Bianchi, direttore della Voce del Popolo (Brescia), punta lo sguardo al prossimo decennio pastorale e al “rinnovato impegno educativo che la Chiesa intende proporre e che non potrà non avere a che fare col tema dell’evangelizzazione e delle relazioni nel continente digitale”.
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