ELEZIONI USA

ELEZIONI USA
 
Martedì 8 novembre alle 21.05
“Il Candidato” con Robert Redford.
 
 
Il giovane avvocato californiano Bill McKay si lascia convincere a presentarsi come candidato del Partito Democratico, alle elezioni per il Senato. Egli non ha alcuna speranza di vincere, ma vuole solo guadagnare consensi alla causa dei diritti civili e ai problemi dell’ecologia. Suo avversario è il senatore repubblicano uscente, Crocker Jarmon, un esponente della politics conservatrice, espertissimo nell’arte di guadagnarsi le simpatie e i consensi degli elettori. Contro di lui Bill parte nettamente sfavorito, ma a poco a poco, l’organizzazione pubblicitaria – capeggiata da Marvin Lucas – che ha preso in mano la sua campagna, riesce a fargli rimontare lo svantaggio. Venduto agli elettori attraverso la radio, il cinema e la televisione, come un qualsiasi prodotto commerciale, e grazie all’appoggio del padre (ex senatore della California) e di un potente sindacato, Bill si ritrova inaspettatamente eletto. Ma adesso dice a Lucas di non avere più idee per il futuro: l’organizzazione replica cinicamente che questa è la condizione migliore per un perfetto senatore. 
 
Martedì 8 novembre alle 23.00
 
“America al bivio” di Andrea Salvadore.
 
 
Un documentario da non perdere firmato da uno dei maggiori esperti del mondo Usa: Andrea Salvadore. Un anno fa nessuno avrebbe immaginato che Donald Trump, il miliardario, star di reality shows televisivi, sarebbe stato in testa nella sfida per la Casa Bianca del prossimo novembre. Alla fine delle due amministrazioni Obama, l’America si prepara al voto e come è spesso accaduto nella storia è al bivio tra conservazione e rivoluzione. Per noi, l’America è il nostro specchietto retrovisore ma anche i nostri fari abbaglianti nel futuro. L’inquilino della Casa Bianca ci riguarda da sempre. Ogni volta chiamiamo “epocale” la tornata elettorale americana. Ma questa volta ci sono dati oggettivi che disegnano una sfida senza precedenti. Sono stati abbattuti tutti i record di ascolti televisivi grazie alla campagna elettorale di Donald Trump, fatta di quotidiane dichiarazioni che hanno sistematicamente sfondato il muro della correttezza politica. L’argomento numero uno del candidato repubblicano è stato il rimpatrio, la deportazione degli oltre undici milioni di immigrati senza documenti presenti nel paese e la costruzione di un muro alla frontiera con il Messico. La questione è centrale anche in Italia, in Europa. Donald Trump l’ha messa brutalmente al centro del suo programma politico. Ha giocato sulle paure della classe media americana impoverita dalla crisi del 2008. La ripresa ha solo sfiorato la famiglia americana che vive poco sopra la soglia della povertà. Sono milioni di voti che rischiano di abbandonare il partito democratico che punta sulla prima donna presidente. Quella Hillary Clinton che già è stata alla Casa Bianca con il marito Bill. Hillary ha arginato il fenomeno interno di disaffezione al partito che ha avuto nel suo rivale alle primarie, l’anziano Bernie Sanders, il simbolo di una possibile svolta. Hillary ha pagato così la sua cristallizzazione in una immagine, percezione di puro potere, conservazione. Il dato rivoluzionario della prima donna nello studio ovale potrebbe essersi eclissato. Noi racconteremo l’America che si prepara al voto entrando nelle due grandi Conventions dei due partiti di luglio (a Philadelphia e Cleveland ) che decreteranno ufficialmente le nominations dei due sfidanti. Andremo prima però a Chicago per narrare la storia di un sacerdote di frontiera che è l’unico bianco di una chiesa di neri, nel quartiere più povero della città. Le minoranze afroamericane e ispaniche sono di solito l’ago della bila…

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