Puntare sul lavoro, sui giovani, sul futuro. Sono queste le priorità indicate in molti editoriali per far ripartire il Paese. Dopo la stretta (il grosso deve ancora arrivare in concreto) afferma Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina) adesso è il tempo della crescita. Occorre investire con coraggio sulla famiglia, come in Italia non si è mai fatto. Ci vuole uno sguardo che sappia mirare al medio-lungo periodo, capace di affrontare riforme per disegnare il Paese dei prossimi decenni. (…) Tutto questo è il dato minimo, ma non ancora sufficiente. Ci vuole la terza gamba dellintervento preannunciato fin da subito da Monti. Occorre lequità. Più giustizia sociale, più lavoro, più opportunità per valorizzare i talenti che rischiano di rimanere inespressi o si vedono costretti a emigrare. Corrado Avagnina, direttore dellUnione Monregalese (Mondovì) e della Fedeltà (Fossano), si sofferma su come le nuove generazioni accolgono il regime di austerità imposto dalla crisi in tante famiglie. Oggi, secondo Avagnina, la cooperazione familiare sta forse tutta nellinvitare i figli a non pretendere ciò che il bilancio domestico non consente più. Provando a rinunciare a qualcosa senza farne un dramma. Cercando di apprezzare e valorizzare altre occasioni, dietro langolo, che possono rivelarsi sorprese godibili nella misura in cui vengono vissute con il sorriso sulle labbra. Per lOra del Salento (Lecce), cè un cammino controcorrente in una situazione culturale e sociale in cui la fa da padrone uneconomia finanziaria che sancisce differenziali e accresce disuguaglianze e ingiustizie. Si avverte la necessità di attingere risorse alle fonti etiche della solidarietà e dellalterità solidale, in grado di ristrutturare il sistema dei valori (…). Sandro Vigani, direttore di Gente Veneta (Venezia), paragona il mondo delleconomia al magico mondo delle streghe: Cosa può fare il comune cittadino di fronte a questo mondo magico che non conosce e contro il quale non possiede armi di difesa? Egli nota Vigani sa soltanto che leconomia, con le sue streghe (…), genera esperienze molto reali che si chiamano perdita del lavoro, tagli allo stato sociale, aumento dei costi dei servizi, aumento delle tasse, precarietà, pensioni più lontane e più povere…. Gianpiero Moret, direttore dellAzione (Vittorio Veneto), riflette sulla ricchezza e sul gran parlare seguito alla pubblicazione dei redditi dei membri del governo e degli alti funzionari dello Stato. Nessuno annota Moret vuol livellare tutto misconoscendo meriti e responsabilità. Nessuno vuol demonizzare la ricchezza. Nemmeno Gesù lo ha fatto. Lha condannata quando il ricco non si è curato del povero Lazzaro o quando ha pensato che gli assicurerebbe la totale sicurezza e felicità. È giusto dire che il problema non è la ricchezza, ma la povertà da eliminare, tuttavia non si potrà farlo finché esistono squilibri intollerabili.