Per la prima volta nellAnno europeo della lotta alla povertà e allesclusione sociale, Chiese e organizzazioni cristiane di tutta Europa presenteranno alle istituzioni europee e agli Stati membri un documento comune con una serie di proposte e raccomandazioni per combattere la povertà e lesclusione sociale, nel quadro del Trattato di Lisbona. Titolo del documento: Do not deny justice to your poor people – Non negate la giustizia ai vostri poveri (Esodo, 23,6), tratto da una citazione biblica. La conferenza ecumenica si svolgerà il 30 settembre a Bruxelles, al Parlamento europeo (stanza PHS 7C 50, ore 14.30-18), per iniziativa di Eurodiaconia (federazione di 33 organizzazioni cristiane diffuse in 21 Paesi), Caritas Europa (che riunisce 48 Caritas), Cec (Conferenza delle Chiese europee) e Comece (Commissione degli episcopati dellUnione europea). Nuove strade per la solidarietà: un impegno comune per combattere la povertà e lesclusione sociale è il tema della conferenza, patrocinata da Jerzy Burzek, presidente del Parlamento europeo, che aprirà lincontro. Dieci anni fa ricordano i promotori lUe si impegnò per lo sradicamento della povertà ma dati recenti segnalano 84 milioni di persone a rischio povertà, il 17% della popolazione europea. Nel giugno 2010 il Consiglio europeo si è dato lobiettivo di portare fuori dalla povertà 20 milioni di persone entro il 2020. Alla conferenza interverranno membri del Parlamento europeo, della Commissione e rappresentanti delle diverse Chiese e organizzazioni. Tra questi, mons. Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e vicepresidente della Comece e Heather Roy, di Eurodiaconia. Concluderanno rappresentanti ortodossi della Cec e cattolici della Caritas.
Lincontro precedente. Già il 19 luglio scorso si era svolto a Bruxelles l’annuale Meeting tra istituzioni dell’Unione europea (Parlamento, Consiglio, Commissione) e responsabili delle principali Chiese e comunità religiose. Al centro della discussione cerano le possibili azioni concrete per affrontare la povertà e l’esclusione sociale, anche in considerazione del fatto che l’Ue ha recentemente approvato una strategia (Europa 2020) rivolta alla crescita economica, all’occupazione e a contrastare l’indigenza. C’è un incontestabile ruolo delle associazioni di beneficienza e dei servizi attuati dalla comunità religiose in Europa per contrastare la povertà e per favorire la crescita morale e spirituale” del continente, aveva detto allora José Manuel Barroso, presidente della Commissione (che ospitava il meeting). Allincontro erano intervenuti una ventina di leader cristiani, musulmani, ebraici, induisti e sikh, provenienti da 14 Paesi. Anche Jerzy Buzek, presidente del Parlamento Ue, aveva ricordato che “la lotta alla povertà e all’esclusione sociale è un compito che richiede la collaborazione di tutti, siano essi laici o esponenti religiosi, a livello locale, nazionale ed europeo”. “La nostra principale e più importante priorità aveva detto – è ripristinare la sicurezza sociale ed economica. Le Chiese possono dare un apporto fondamentale in tal senso. Con la loro lunga esperienza in materia, esse partecipano al lavoro svolto con i singoli e le comunità.